Sono stati precursori degli UMPC quelli che nei primi anni novanta venivano chiamati sub-notebook. Nel 1991 fu il PowerBook 100 targato Apple la prima di queste macchine; poi dopo un anno venne Olivetti con un prodotto made in Asia (per cui esisteva un clone quasi identico), il Quaderno Olivetti[1] del 1992, dotato di LCD monocromatico e una tastiera di ottima fattura, si differenziava dal notebook per dimensione (da A4 ad A5) e peso. Il primo modello aveva dei programmi proprietari di pessima qualità, ma solo ad installarci un DOS e un Works fece la gioia dei possessori più del successivo a matrice passiva e scala di grigi equipaggiato con Windows 3.1, ma meno immediato e più vorace (la batteria è l'autentico tallone d'Achille di questi prodotti). Seguendo l'esempio di quest'ultimo nacquero una serie di ibridi che erano più dei notebook leggeri (il più assimilabile agli UMPC era il Libretto di Toshiba) che degli ultramobili. Dovette passare più o meno un lustro prima che si affacciassero prodotti simili e questi furono la categoria degli Handheld PC (o H/PC) appartenenti al progetto Jupiter Class di Microsoft Windows CE (i NEC Mobile Pro e i Compaq Journada, ad esempio). Sia in questo caso che nel più eclatante di Olivetti, i progettisti furono più lungimiranti dei responsabili del marketing le cui analisi e la scarsa intraprendenza fecero affossare questi prodotti a vantaggio, nel caso del Quaderno, dei notebook e dei palmari, in quello degli H/PC. I consumatori che allora fecero fatica a comprendere i vantaggi di questi oggetti e ancor di più le politiche di mercato, oggi hanno orientamenti più maturi, prova ne sia l'incredibile successo riscontrato a partire dalla fine del 2007 dai dispositivi Netbook (per alcuni versi simili agli UMPC, anche se più economici e meno simili ad un palmare) come l'Eee PC di Asus. Ad ogni proposta di mercato corrisponde un nuovo battesimo e forse quello degli UMPC avrà più fortuna dei predecessori.
Si, l’Eee PC avra il touchscreen. E non solo
Dopo i primi prodotti che hanno, seppur timidamente, saggiato il mercato, lo sviluppo di soluzioni UMPC è cresciuto, coinvolgendo sempre più aziende tra le quali anche Sony che nel luglio 2006, grazie al Vaio UX90 (disponibile però solo in Giappone ad un costo di circa 210000 yen, pari a 1430 euro) ha inaugurato l'integrazione di hard disk allo stato solido (chiamati anche SSD) basati su tecnologia Flash, dalla capienza di 16 GB. Si tratta di valori certamente inferiori a quelli ottenibili attraverso comuni dischi a piatti rotanti, ma comunque decisamente maggiori di quelli disponibili all'epoca nei sistemi palmari. Inoltre un disco SSD ha un consumo elettrico massimo decisamente inferiore alle tradizionali soluzioni e di conseguenza anche l'autonomia di esercizio di tali sistemi ha potuto trarre un importante beneficio.
La scelta di affidare il comparto grafico dell'Asus Eee PC 900 al sottosistema grafico integrato Intel GMA 900, già visto nel modello 701, non ci sorprende: è consuetudine non equipaggiare i netbook con una scheda grafica dedicata perché considerata poco adatta, per consumi e temperature, all'impiego in questa categoria di prodotti. Attualmente, però, ciò comporta qualche limitazione, non solo con applicazioni e giochi 3D, ma anche con l'interfaccia grafica Aero di Windows Vista, non potendo contare sul supporto per il set di API Microsoft DirectX 10.
Ma con un hard disk da 160 GB, perché accontentarsi di un solo sistema operativo? Dischi di tale capacità permettono finalmente anche ai possessori di un netbook di far convivere, sulla stessa macchina, Windows e Linux. Noi abbiamo scelto di provare la giovanissima Ubuntu Eee , una distribuzione che integra la neonata interfaccia Remix sviluppata da Canonical appositamente per MID e netbook.
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